
La sua fondazione per tradizione è fatta risalire a quando il conte Ruggiero fece costruire nella vallata un’opera di sbarramento, per formare un bacino artificiale e di quel periodo restano le antiche mura di una costruzione normanna e di una diga in zona “Murorotto”. Si ipotizza, tuttavia, che l’area fosse già precedentemente occupata da numerosi insediamenti abitativi di piccolissime dimensioni, sparsi tra le colline a ridosso del torrente Beltrame essendo state individuate da alcuni storici le tracce di un castello situato nei pressi del torrente Scorsone. Baronia dei Gironda, sul finire del XV secolo fu aggregata al principato di Squillace, passando in seguito alla nobile casata dei Fosselli. Nei primi anni del seicento appartenne ai Ravaschieri di Girifalco e successivamente per successione ereditaria ai Caracciolo del feudo di Girifalco, i quali, dopo un breve periodo di reggenza da parte di un’altra linea della famiglia (Caracciolo di Gioiosa), nel XVIII secolo ne recuperarono il possesso conservandolo fino all’eversione del sistema feudale, imposto dalle leggi napoleoniche nel 1806. Distrutta in gran parte dal terremoto che sconvolse la Calabria nella seconda metà del settecento, col nuovo ordinamento amministrativo dato dai francesi al Regno di Napoli all’inizio del XIX secolo fu inclusa dapprima nel cosiddetto governo di Gasperina e poi tra i comuni del circondario di Chiaravalle. La storia successiva alla restaurazione borbonica e all’Italia unita seguì quella del resto della regione. Sotto il profilo storico-architettonico sono interessanti la neoclassica chiesa parrocchiale, dedicata a San Vito Martire, i resti della costruzione normanna in località ”Murorotto” e i ruderi del convento dei Carmelitani risalente al 1541. Il toponimo riflette il nome del Santo Patrono, già San Vito, assunse la denominazione di San Vito sullo Ionio con un regio decreto del 1863.